Cerca nell'Hostaria

sabato 28 maggio 2011

FRASCHETTA "ER FAGIANO INNAMORATO"










RESOCONTO FRASCHETTA DEL 27/05/2011

ER FAGIANO INNAMORATO
Me sembra de sta dentro a un bosco!

Luogo : HOSTARIA DE DIOMIRA
Ora : 21:38

PRESENTI
Sor Paolo Hostaria della Sirena – Fratello Vignarolo
Sor Massimo Hostaria der Curato – Fratello Vignarolo
Sor Tarquinio Hosteria della Madonnuccia - Fratello Vignarolo
Sor Pasquale Hostaria der Minestraro– Fratello Vignarolo
Sor Giannetto Hostaria de Diomira – Carnacciaro,Locandiere,Ospitaro, Vignarolo, Magnarolo
Sor Zagaja Hostaria der Frate Punk – Fratello Vignarolo

OSPITI
Sor Gianfranco

Resoconto
Dopo la Fraschetta per i 4 anni della Grande Hostaria, tenuta presso il Grande Tempio, torno con il resoconto della serata. (per i 4 anni, si è volutamente saltare il resoconto)

Al mio arrivo, trovo Giannetto, Tarquinio e Zagaja all’opera, sotto la supervisione di Gianfranco.
Zagaja sembra patire un po’ di caldo, ed in effetti, è fracico de sudore: la cottura del fagiano, dei cibi, e la preparazione in genere, o affaticano un po’. Il Colpo de grazia, je lo da la casa tappata completamente.
Ad ogni modo, dopo i saluti iniziali, usciamo io, Zagaja e Tarquinio a farci 2 chiacchiere, mentre Giannetto si adopera nella cottura di tutto. Ci tengo a precisare che, ad occhio e croce, Giannetto doveva essere già ubriaco per il seguente motivo: a cena eravamo previsti in 8/9, ma si vede che ci vedeva o contava doppio, perché tranquillamente ci magnavamo in 20!!!
Arrivano anche Pasquale e Massimo, mentre ci giunge la disdetta der sor Angelo er Turco, disdettta tardiva che gli costerà 2 bocce de vino alla prossima frasca!
Mentre cominciamo a pasteggiare (abbiamo iniziato a pasteggiare alle 21.45 circa e abbiamo finito alle 00.20 circa, in maniera ininterrotta!) ci accordiamo sui temi del giorno: il fagiano ovviamente, le canzoni fatte bene, le olive non piccanti e quelle piccanti e infine, i porcini.

Ma parliamo del pasto:

Prosciutto e melone (e il prosciutto era davvero uno zucchero!) – Salame e formaggi – Olive non piccanti ma quando le magnavi invece erano piccantincazzate – Facioli alla Trinità (alla Bud&Terence per capirci) – Pappardelle ai funghi porcini – Coratella a go go – Uno stormo di fagiani in un pentolone – Vini a più non posso, dal rosso, al bianco, al superiore, allo spumante finale.

Pasteggiato si…se semo abboffati, dunque, abbiamo abboffeggiato (da dire con tono anche un po’ snob…si esatto così, tenendo i baffi lunghi con 2 dita e accennando una risata forzata: “abbiamo abboffeggiato oh oh oh”)

Il vino, mi sta accompagnando anche durante questo resoconto.

Si intervallano le magnate con momenti di poesia romana (con le morali spiegate da me, penso che aprirò una rubrica del tipo “L’angolo della morale der Sor Paolo - la morale o la sai, o te fa ‘na morale così!!!”) e delicatissimi momenti di disquisizioni sempre incentrati sui massimi sistemi; dal retro del resoconto, riporto le seguenti frasi misteriose:

-mentre famo foto Zagaja dice “L’ARTRO GIORNO UN PORCINOOOO!”
-neròpelo
-Giovanni c’ha la Grijia
-Bella sera!
-Meno male che Pasquale nun guida

Sulla parte anteriore invece, c’è una frase che non riesco a decifrare e che penso(spero) sia stata scritta da qualcun altro. Chiederò lumi ar sor Massimo, ma azzardo una traduzione:

…la soera costa(CAMBIA percatone che è ines)

MAH!

Dopo aver deciso di consacrare la prossima frasca a una semplice ed efficace Salsicciata con Wurstel e Birra (ancora dovevamo finì de magnà e già pensavamo a che magnasse fra 2 mesi…), diamo spazio all’arte raffinata del canto, dove ci siamo cimentati nel cantare Fiori Trasteverini… c’è anche il video, e l’ho visto: un branco di stonati, scompagnati beoni che cantano assolutamente ognuno per conto proprio, una canzone diversa dall’altra. Un momento meraviglioso.
Er sor Zagaja poi ci saluta in anticipo, affaticato dal caldo, dal ginocchio dolente e dal lavoro. Ne approfittiamo per dedicargli un brindisi, e che se lo famo mancà?

Quando la sera volge al termine, Giannetto spara ulteriori cartucce proponendoci un bianco Superiore che ha fatto felice Pasquale e infine, uno spumante…uno champagne…bho, aveva bollicine ed era bianco, di piu non ricordo…ero più intontito dal cibo che dal vino.

Mentre riporto macchie di fagiano e vino sul resoconto, ci avviamo al rito del sigaro, che chiude la sera.

Il rientro alle case è felice e sereno, e mentre torno, me faccio ‘nartra cantata! Stonata ovviamente!

LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NUN BEVE
Sor Paolo – Scrivano Pubblico – Già Poeta d’Hostaria – Custode dell’Hostaria della Sirena – Ubbriacone – Campione assoluto con Tarquinio nelle discipline di carte di Briscola,Scopa,Scopone Scientifico

mercoledì 18 maggio 2011

20 MAGGIO LI 43 ANNI DER CURATO







LUNGA VITA A BACCO ! ER 20 MAGGIO COMPIRO' 43 ANNI, PER L'OCCASIONE FARO'
UN BRINDISI ALLA SALUTE DE TUTTE LE PERSONE CHE MI SONO CARE , AUGURANDO
LORO OGNI BENE! ...Carpe diem quam minimum credula postero......!
ALLA VOSTRA!

sabato 14 maggio 2011

Un’avventura co’ li granchi (in romanesco come se parlava)


Dar Granne Sor Maurizio un racconto de Roma de na vorta:

E mo v'aricconto de' quela vorta che semo annati a Piazza Vittorio.... abitavamio ancora in via Cicerone, vicino ar palazzaccio(palazzo di giustizia a piazza Cavour) Mi padre fa a mi madre.."Lucià, me va 'na zuppa de granchi ch'è parecchio che nun se fa... vado co' Maurizio a Piazza Vittorio a comprà un po' de granchi ….ciao".
Dovete da sapè che a Piazza Vittorio 'na vorta, c'era er mejo mercato de Roma e li s'arisparambiava (risparmiava) de parecchio.

Piazza Vittorio stà all'Esquilino a noi abitevamo in Prati e pe' arivacce, dovessimo da prende er tramve. Allora c'era la circolare che faceva er giro de Roma e prennessimo la la circolare rossa.
Mò sto tramve era snodato e da regazzino me ce divertivo tanto a mette li piedi su la piattaforma rotonda interna che a ogni curva girava.

Arivamo ar mercato e ‘nnamo subito ar settore der pesce e trovamo li granchi vivi che se moveveno. E mo' ndo' li mettemo ?" fa mi padre? Poi me fa:"Cori Maurì, va'comprà 'n pilone cor coperchio così ce li mettemo drento"

M'attraverso de corsa tutto er mercato , me compro sto pilone e lo riporto a papà che già era inguaiato perchè er pesciarolo javeva dato un cartoccione ma li granchi dar de drento voleveno sortì de fora e nun ne volevano sapè gnente de stassene boni Allora, finalmente, piamo sto cartoccione, lo votamo drento ar pilone, chiudemo er coperchio e tutto s'accomoda.
E' fatta...pensavamo...io e papà.

Salimo sur tramve, aripjamo la circolare e se mettessimo a sede proprio su li sedili che staveno davanti a la piattaforma girevole.... io, che me portavo la pila, la poggio pe' tera e me metto a sede vicino a papà.

Solo che nun m'ero accorto che una parte della pila poggiava su quella dannata piattaforma. Alla prima girata der tramve stà piattaforma se move, comincia a girasse, se porta apprresso la pila e la manda a sbatte sulla parete der tramve..... aprete cielo……. la pila casca , s'opre er coperchio e li granchi sortono de fora e cominceno a core come matti pè tutto er tramve.

Ve potete da immagginà quer ch'è successo.... certe donne so' salite sui sedili, antre se so messe a strillà e a dì' " aaah che schifooo" N'antra pe' core, ha 'nciampicato e ha sbattuto co la panza ar manubrio der sedile.. lì ndove uno s'aregge.
L'ommini camminaveno in punte de' piedi pe nun trovasse li granchi sotto le scarpe ma ‘gni tanto se sentiva un crac der quarcheduno che je metteva li piedi sopra.Mo, dovete poi da sapè che la circolare era piena de gente che scarpitava mentre li granchi corevano de qua e dellà fra li piedi.

Er tramviere intanto, te ferma er tramve ner sentì tutta sta caciara e opre le porte mentre io e mi' padre corevamo appresso a li granchi pe rimetteli 'n de la pila ma stavamo piegati in due pe' le risate che li per lì ce veniveno spontanee e, pe' fortuna, che quarcuno de bona volontà ci'ha dato 'na mano e semo riuscito a ripialli tutti ... o quasi, sarvo quarchedduno che è sortito dar tramve. "Li devi pià così" - me faceva mi' padre" -co' du' dita... dalla parte che nun ci'hanno le tenaije, co' un dito sulla panza e uno sulla schina". Intanto però certi granchi s’arampicaveno sulle scarpe e su le carze delle donne mentre artri pe li pantaloni dell’ommini

Inzomma , ce voleveno fa pagà er bijettoo pe’ ‘gni granchio perché nun se poteveno portà bestie ner tranve. Poi er vetturino ha arzato le spalle, ha richiuso le porte e è ripartito ma quanno semo scesi deve avè tirato un ber sospiro de sollievo ma un par de risate se l’era fatte pure lui.
A casa, mi madre e mi nonna e mi sorella, se so sganasciate, che vor dì che se so mezze slogate le mandibole da le risate, quanno j ‘ avemo detto der fattaccio.... Noi, un po’ de meno, dopo l'agitazione che avevamio passato.
.
In compenzo la zuppa è stata proprio bbona e magnata co' tutti li sentimenti de gradilla... e 'n pò anche pe' vennicasse de li grancacci.

Ecco, questo è stato n'antro momento bello ,e adesso ancora ce rido, tanto che l’ ho già ariccontato a li nipoti mia ma che aricorderò sempre con tanto piacere e tanta nostargia de tempi felici, senza penzieri e co’ papà che me dava sicurezza
ve saluto
maurizio

venerdì 6 maggio 2011

10 Maggio li 42 anni der Turco!





Auguri de core ar Turco sempre presente, sempre attento che er bicchiere sia sempre pieno (soprattutto er suo), un grande vignarolo! Alla tua salute!Massimo