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venerdì 23 luglio 2010

LA PASSATELLA ROMANA



LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NON BEVE!

Cari fratelli vignaroli e non un piccolo riassunto de le regole de sto magico e divertente rito Romano.

La Passatella
E' un gioco, secondo alcuni, molto antico e risalirebbe perfino agli Antichi Romani che usavano chiamarlo Rex vini, Regnum vini tanto che se ne trova descrizione in Orazio e Catone che ne parlano entusiasticamente.
Fatto è che successivamente le regole, probabilmente, sono leggermente mutate così come i giocatori - dallo spirito nobile che animava il gioco degli antichi, a quello più godereccio degli anni più recenti - fino ad oggi periodo in cui sembra pressochè scomparso per lasciare il passo a passatempi meno cruenti. Perchè cruenti? Si narra che spesso il gioco finisse in rissa in quanto, come si vedrà durante l'esposizione del regolamento, lo scopo è quello di lasciare a bocca asciutta e casomai canzonare uno dei partecipanti (l'Ormo) che non sempre accettava di buon grado di contribuire all'acquisto del vino per poi vederlo bere da altri - in un periodo in cui, spesso, il popolano aveva difficoltà a procurarsi la cifra richiesta per un buon bicchiere di vino - alla sua salute. Lo stesso Papa Sisto V , preoccupato per le notizie di risse scoppiate a causa del gioco, si narra, volle provarlo insieme ad alcuni suoi Cardinali. Fatto "Ormo" per diverse volte consecutive si scagliò su coloro (i suoi Cardinali!) che non gli permettevano di bere e solo il pronto intervento di alcuni serventi evitò che la prova degenerasse. Da quel giorno il Papa ordinò ai giudici di essere più indulgenti con chi si fosse macchiato di tale infrazione.
E veniamo ora alle regole del gioco che sono abbastanza complesse da richiedere una certa pratica per poter essere apprese completamente. I personaggi protagonisti sono principalmente quattro :

la Conta
il Padrone
il Sotto
l'Ormo.
Il numero complessivo di giocatori deve essere, possibilmente, superiore a cinque in modo che la trama del gioco si dipani in modo vario.
Attraverso una conta la sorte stabilisce chi debba essere la Conta ovvero quel personaggio scelto dal caso che dovrà nominare il Sotto ed il Padrone. La Conta, svolto il compito, si ritira da un ruolo attivo ed assiste alle diverse fasi successive partecipando quale giocatore. La Conta ha diritto alla prima bevuta, ovvero, è padrone del vino, potendo decidere se berlo addirittura tutto (la quantità di vino che si usa è di diversi litri) ed in questo caso lo deve fare tutto d'un sorso, oppure può limitarsi ad un solo bicchiere.
Prima di nominare il Padrone del vino, anch'egli con diritto di bevuta come la Conta, dovrà nominare il Sotto.
Al Padrone spetta il compito di accordare le bevute agli altri partecipanti e lo potrà fare a suo piacimento e discrezione ma dovrà assegnare il bicchiere, la goccia il cucchiaio o il secchio attraverso il Sotto ovvero d'interposta persona. Il Sotto, dal canto suo, ha il potere di accordare la bevuta o negarla assegnandola ad un'altro. E' per questo che il vero capo del gioco, in realtà è il Sotto.
Il gioco deve essere chiaro in tutti i suoi passaggi per cui è parlato (gioco di voce) ed una fase di gioco potrebbe essere la seguente : i giocatori hanno sorteggiato la Conta : Conta - voi sete er Sotto - rivolgendosi ad un giocatore oppure - posso beve? - rivolgendosi ad uno dei giocatori e quindi chiedendo il permesso per una bevuta supplementare, nominandolo Sotto in maniera indiretta. Il Sotto risponde - bevete! - oppure - no! - ed in questo caso la bevuta supplementare della Conta salta. Po il sotto si rivolge ad un altro giocatore - Voi sete er Padrone -. Il Padrone, dopo aver esercitato il suo potere a bere, deve mannà pe' licenza gli altri bicchieri : Padrone - questo bicchiere lo diamo a Caio -, Caio prende il bicchiere e rivolgendosi al Sotto chiede, - Posso? - il Sotto risponde, - sta bene! - così Caio può bere. Poi il Padrone riempie un mestolo e dice - questo è pe' Giggi - Gigi prende il mestolo un po' titubante in quanto la quantità non gli sembra abbondante e chiede il permesso al Sotto, - Posso beve? - il Sotto risponde, - No! Poi odora' guarda' ma poi la bevuta la passi a Cesare! - Gigi, se quella sera continueranno a negargli le bevute, sarà fatto Ormo.
Questo è un esempio di come potrebbe andare una fase del gioco. In particolare :
quando la Conta non parla ma indica il Sotto a gesti, si ha un esempio di gioco rotto in cui gli altri giocatori possono bere senza riconoscere l'autorità di un Sotto non nominato oralmente;
se un giocatore passa la bevuta senza chiedere il permesso al Sotto dicendo, - passo la bevuta a Tizio o a Caio - il Sotto deve farsi lui la bevuta perchè se accordasse comunque la bevuta, farebbe un'infrazione ed il giocatore che ha fatto - passo - potrebbe evitare che il Sotto beva bevendo egli stesso senza bisogno di autorizzazione;
il giocatore, tranne per le quantità inferiori o pari ad un bicchiere, deve bere tutto d'un fiato ;
le bevute non si possono cedere e se lo si fa, si deve pagare tutto il vino ordinato!
Questa è solo l'intelaiatura di un gioco che risulta essere più complesso di quanto sommariamente descritto.

Nel video una delle prime passatelle fatte simpaticamente dai vignaroli.
ve saluto!

lunedì 19 luglio 2010

LA FESTA DE NOANTRI




LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NON BEVE!cari fratelli vignaioli :

Luglio - La festa de noantri

La Madonna del Carmelo, a Roma, ha assunto nel tempo delle connotazioni particolari e peculiari, divenendo intorno agli anni Venti, anche "la festa de noantri" (noi altri)
Una leggenda narra che alcuni portuali, pescando sulle rive del Tevere, verso la metà di luglio di un anno imprecisato, raccolsero dal fiume una cassa al cui interno giaceva una preziosa statua della Madonna. I pescatori, estasiati dalla bellezza della Vergine, si affrettarono a trasferirla nella chiesa di sant'Agata, dove ancora oggi risiede. Da quel giorno, il sabato successivo alla festa del Carmelo, a Roma la Madonna venuta dal Tevere viene portata in processione, dalla chiesa in cui risiede attraverso tutte le vie del rione Trastevere, per giungere a San Crisogno, dove riposa per otto giorni, prima di riprendere il suo posto a sant'Agata.
La processione, che anticamente era organizzata dalla compagnia dei vascelari, i vasai, che plasmavano i boccali di coccio e le brocche per servire il vino nelle osterie, è oggi appannaggio dei trenta confratelli dell'arciconfraternita del Ss. Sacramento e di Santa Maria del Carmine, i quali con il tradizionale saio bianco, oggi però privo di scapolare, portano la statua attraverso il quartiere popolare romano.
L'impronta festaiola della celebrazione, un tempo caratterizzata dalla presenza dei vascelari e dei loro boccali colmi di vino, non è però andata smarrita. La festa della Vergine è infatti affiancata dalla festa pagana di "noantri", a cui partecipa tutto il quartiere con bancarelle, mercatini, osterie aperte a tutti i passanti, manifestazioni e teatri ambulanti, che attirano l'attenzione di curiosi e turisti, spesso ignari della ricorrenza cristiana.

mercoledì 14 luglio 2010

14 Luglio, i 36 anni der Sor Marco










Cari Vignaroli e non er Sor Marco dell'Hostaria der Gallinaccio er 14 luglio

compirà 36 anni, er Sor Marco è tra i più gagliardi bevitori della Grande

Hostaria ,grande lettore (vedi i video) de poesie e de proverbi romani e

soprattutto persona schietta e diretta e quindi meritevole della mia stima,

premesso ciò caro Sor Marco te faccio i miei auguri de core e brindo alla tua

salute!

Massimo

sabato 10 luglio 2010

FRASCHETTA DER 9 LUGLIO 2010















RESOCONTO FRASCHETTA DELL’ 9/7/2010
Luogo : HOSTARIA DER DIOMIRA
Ora : 20.52
PRESENTI
Sor Angelo Hostaria der Turco – Fratello Vignarolo
Sor Massimo Hostaria der Curato – Fratello Vignarolo
Sor Tarquinio Hosteria della Madonnuccia - Fratello Vignarolo
Sor Giannetto Hostaria de Diomira – Fratello Vignarolo
Sor Pasquale Hostaria der Minestraro– Fratello Vignarolo
Sor Marco Hostaria del Gallinaccio - Fratello Vignarolo
Sor Dario Hostaria der Porcino - Fratello Vignaiolo
Sor Giovani Zagaja – Hostaria der Frate Punk Fratello Vignaiolo


OSPITI d’ONORE:
Sor Antonio Mingiano
Sora Vilma

Titolo: “L’ABBACCHIO INNAMORATO!”
Sottotitolo: “io me magno pure a te!”

Resoconto
Una importante fraschetta, presso l’Hostaria der Diomira.
Ci rechiamo, ognuno con i propri mezzi (er Curato porta er Sor Pasquale e er Sor Dario), presso l’Hostaria der Diomira; l’orario, il giorno, il lavoro, le solite rotture, ce fanno pensà che è mejo vedesse diretti lì. Dopo l’apertura der Sor Massimo della fraschetta se comincia a magna a rotta de collo:
ANTIPASTO PROSCIUTTO ,MELONE E MOZZARELLA
PROVOLONE DOLCE
FAGIOLI MESSICANI CON CIPOLLETTA DE TROPEA
FAGIOLI MESSICANI CON CHILI
CORATELLA
GNOCCHI AR SUGO DE CAPRA
CAPRA AR SUGO
INSALATA MISTA
COTOLETTA D’ABBACCHIO ALLA SCOTTADITO
CIAMBELLINE AL VINO
TORTA DI MELE
5 LITRI DE VINO BIANCO, 5 LITRI DE ROSSO,2 LITRI DI SORBETTO AL LIMONE E MEZZA BOCCIA DE GRAPPA
Le pietanze tutte ottime sono state cucinate dalla Sora Vilma in maniera impeccabile , voglio ringraziarla per la sua gentilezza , ha passato tutta la serata in cucina a preparare le libagioni! GRAZIE!
Simpaticissimo e degno Ospite d’Onore er Sor Antonio s’è dimostrato uno giusto..magna,beve e fuma er sigaro come un vignarolo

Siccome il vino cominciava ad arrivare, iniziano tantissimi, ma tanti discorsi, che allietano la serata, ce fanno fa’ tante risate, ma che devo, per forza de cose, comincià a censurà.
Ne rimangono però delle perle meravigliose, trascritte fedelmente nel resoconto di fraschetta, come:
- Sor Zagaia: A tavola e a letto nun ce deve esse rispetto ….devi fare tutto quello che te pare..
- Sor Giannetto : a un’amico gli ho fatto magna er cinghiale bianco….era un ber maiale cotto al vino rosso…cor vino rosso è diventato cinghiale bianco….pure se non esiste…
- Zagaja, bisogna magnasse tutto pure li bagarozzi..
E poi, il momento delle poesie: le letture sono affidate a Marco, a Dario e a Zagaja, che fa una chiusura personale, degna davvero di nota.
Mentre la serata scorre come il vino, si consumano tutti i riti tipici delle fraschette: se magna, se bevese canta, se legge, se ride, se beve, se magna, se beve, torneo de carte 3 sette e scopone:
VINCITORE DER TORNEO DI 3 SETTE ; SOR TARQUINIO
VINCITORI TORNEO SCOPONE SCENTIFICO: SOR TARQUINIO IN COPPIA COR SOR MASSIMO

Usciti fuori per il rito del sigaro, ci godiamo una brezza mentre discutiamo allegramente tra una risata e l’altra …..Un saluto al grande Scrivano Sor Paolo (assente giustificato della fraschetta) , spero di aver fatto un resoconto completo e esauriente come quelli suoi…

LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NUN BEVE
Sor Massimo – (Hostaria der Curato)

lunedì 5 luglio 2010

ER GRANDE SOR BARTOLOMEO PINELLI




Bartolomeo Pinelli, pittore del popolo romano

LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NON BEVE!

Magari pe tutti non è stato il più grande, ma tra i pittori che hanno ritratto Roma è senz'altro il più noto e sensaltro pe i fratelli vignaioli è er mejo . Parliamo di Bartolomeo Pinelli, noto come "er pittore de Trastevere". Pittore, disegnatore, modellatore e incisore romano, nato a Roma il 20 Novembre in via San Gallicano nel 1781, dipinse scene sia classicheggianti che di ambientazione popolare. Fu celebre anche come illustratore della Divina Commedia e dell'Orlando Furioso, ma il suo tema preferito fu la rappresentazione della vita quotidiana del popolo romano e i suoi costumi, destinata ai turisti dell' epoca. La sua produzione può essere ammirata quasi per intero al Museo di Roma in Trastevere, in piazza Sant' Egidio. Era figlio di un "vascellaro" (cioè di un vasaio), modesto scultore, e già da bambino diede prova di talento modellando la creta nella bottega paterna. Studiò all'Accademia di S. Luca e li continua a studiare disegno a Bologna con brillanti risultati. Tornato nell'Urbe, pubblicò già a 18 anni le prime incisioni, aprendo poi uno studio in via Sistina 128. Presto le sue sculture e i suoi disegni divennero ricercati dai collezionisti dell'epoca. Nel 1809 pubblica la prima "Raccolta di costumi pittoreschi"composta da 50 tavole cui seguirono altre raccolte sempre sui costumi di Roma e numerosissime altre opere. Da bravo artista aveva le sue bizzarrie: girovagando per Roma, sempre in compagnia di due grossi cani, faceva scherzi pesanti (o, come si diceva allora, "mattità"), degni di un Marchese del Grillo, e riusciva sempre a farla franca. La sera, quando non sapeva come passare il tempo, si acquattava dietro un balconcino di casa con in mano una lenza provvista di amo, e con questa tirava via le parrucche ai passanti (al principio dell'Ottocento gli uomini portavano ancora la parrucca con il codino). Inutili le imprecazioni delle vittime: dal basso non si vedevano che finestre chiuse. Altro aneddoto che all'epoca fece scalpore: un piano sotto la casa di Pinelli abitava un violinista che provava per ore di seguito. Mastro Bartolomeo, o Mineo come lo chiamavano tutti, non ne poteva più. Bussò allora alla porta del 'musico' e gli intimò di smetterla, ma quello rispose: "Sto a casa mia e faccio er commido mio". Pinelli meditò vendetta. Sgombrò per intero la stanza sopra quella dove il suonatore provava, la riempì di acqua, prese una canna da pesca e quieto si accese la pipa. Sul violinista, sul suo strumento e sui mobili cominciò a piovere acqua a catinelle dal soffitto. L'uomo si precipitò urlando al piano di sopra, ma il pittore lo guardò e rispose senza scomporsi: "Sto a casa mia e vojo pescà quanto me pare". Misteriosa la sepoltura dell'artista romano: si ritiene che le sue spoglie siano state imbalsamate e inumate nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasia in piazza di Trevi vicino alla Fontana, dove erano conservati i precordi dei pontefici. I giovani artisti capitolini fecero una colletta per seppellirlo. Ma nessuna lapide identifica la salma, per cui è probabile che le cose siano andate come altri sostengono: che cioè i resti del pittore siano stati gettati via dopo le esequie, dato che Pinelli era ritenuto un laico impenitente, dunque indegno di giacere - per dirla con Belli - accanto alle "frattaje de li papi". Giudicato abile ma rozzo e scioperato dai suoi contemporanei, quando scomparve il1 Aprile 1835, bruciato anche dal vino come scrive sempre lo stesso Belli in un acido sonetto ("E' crepato pe' un causa d' un bucale" http://ostariadercurato.blog.excite.it/permalink/495365).
Concluse le inutili ricerche, l'Istituto di Studi Romani fece comunque apporre nella chiesa una lapide per ricordare che Bartolomeo Pinelli era stato effettivamente sepolto "in questa chiesa il IV aprile MDCCCXXXV".
Peccato che la sua tomba non è mai stata più ritrovata, o forse era destino, che anche ciò dia più mistero intorno a questo grande personaggio di Roma

venerdì 2 luglio 2010

FETTUCCINE ALLA PAPALINA



180 grammi di fettuccine all’uovo
100 grammi di prosciutto crudo in una sola fetta
100 grammi di piselli
mezza cipolla
2 uova
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
una noce di burro
parmigiano grattugiato quanto basta
Tritare finemente la cipolla in una padella abbastanza capiente e[...]

lasciarla imbiondire nell’olio e nel burro.

Lessare i piselli in poca acqua salata, scolarli bene e taglliare il prosciutto a dadini

Aggiungere il prosciutto ed i piselli al soffritto di cipolla e lasciar andare la cottura a fuoco basso per qualche minuto aggiustando di sale se necessita.

Battere le uova in una terrina con un pizzico di sale, pepe ed un pò di parmigiano grattugiato.

Lessare le fettuccine, scolarle al dente e condirle direttamente (se vi piace) nella padella versando sopra le uova sbattute.

Servire con abbondante parmigiano grattugiato e pepe nero macinato all’istante

giovedì 1 luglio 2010

LA STRADA MIA (TRILUSSA)



Cari fratelli vignaioli una bella poesia

der Sor Trilussa:



La strada mia


La strada è lunga, ma er deppiù (1) l'ho fatto:

so dov'arrivo e nun me pijo pena.

Ciò er core in pace e l'anima serena

der savio che s'ammaschera da matto.

Se me frulla un pensiero che me scoccia

me fermo a beve e chiedo aiuto ar vino:

poi me la canto e seguito er cammino

cor destino in saccoccia.



1) Il tratto più lungo.

FRASCHETTA DER 30 GIUGNO 2010







































RESOCONTO FRASCHETTA DEL 30/06/2010
Luogo : Hostaria Della Sirena
Ora : 20.20
PRESENTI
Sor Paolo Hostaria della Sirena – Locandiere e Carnacciaro
Sor Massimo Hostaria der Curato – Burocrapanzaro
Sor Tarquinio Hosteria della Madonnuccia - Oste
Sor Giannetto Hostaria de Diomira – Capriolaro
Sor Pasquale Hostaria der Minestraro– Fratello Vignarolo

OSPITE d’ONORE
Sor Giovani Zagaja – Hostaria der Frate Punk -

Titolo: “Er Capriolo Innamorato”

Resoconto
Resoconto tardivo, scritto in novembre, su fraschetta estiva
La serata era consacrata al Capriolo, portato da Giannetto, e a Giannetto stesso, in quanto capriolaro e capriolo innamorato.Dal menù della serata, si evince che abbiamo pasteggiato poco:
Capriolo con Pappardelle (significa che era più carne che pasta)
Zucchine e radicchio ai ferri
Guttiau e olive
Bistecche di collo + salsicce + costolette
Pane! (sembrava ci fosse scritto “pene”, che è il pane di Bari)
Amari

La sera scorre molto bene, dai miei ricordi, una bella serata estiva, forse un po’ ventosa. Ma tanto noi magnavamo, mica stavamo a giocà. Anzi, a giocà, abbiamo giocato: a carte!
E’ stata fatta una super partita a scopa, un tutti contro tutti in 6. Roba da puristi del gioco…
Ne è risultata una sfida avvincente dove io e er sor Zagaja, avvemo fatto ride
La classifica finale ha visto:

Tarquinio vincente con 11
Pasquale 10
Massimo 5
Giannetto 5
Paolo 4
Zagaja 1

Ottime iscrizioni nel resoconto:
Il Becchino a Bari non è quello delle pompe funebri
Diversi discorsi femministi
Barzellette altolocate
Fatto un menu per una nuova supermagnata
Brindisi al nuovo blog
Fidel Castro e noi semo uguali, w le idrovore.


Rifacendo ammenda per il tardivo resoconto, ve rimando a tutti al prossimo!

LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NUN BEVE
Sor Paolo – Scrivano Pubblico – Già Poeta d’Hostaria – Custode dell’Hostaria della Sirena – Ubbriacone – Campione assoluto con Tarquinio nelle discipline di carte di Briscola,Scopa,Scopone Scientifico