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lunedì 10 gennaio 2011

PIAZZA CAMPO DE FIORI ( der Sor Maurizio)




Un'ottimo articolo dallo storico ufficiale della Grande Hostaria er sor Maurizio:

Quante volte si è sentita nominare questa famosa piazza di Roma…. perfino un film nei primi anni del 1960 ha contribuito a far conoscere il nome di questo slargo in tutta l’Italia: era uno di quei film scacciapensieri che allora erano di moda quella serie che chiameranno poi “commedia all’Italiana” un film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi.

I due attori hanno, in questa piazza- mercato, i loro banchi di vendita e intpretano due personaggi estremamente litigiosi fra di loro; lei fruttarola e lui pesciarolo,( come a Roma si chiamano il fruttivendolo e il pescivendolo) ma che in fondo in fondo nutrono una pur tenue simpatia l’uno per l’altro anche se velata da continui litigi e ripicche reciproche.

L’ambiente in cui il film si svolge è quello del classico mercato rionale romano con abbondanza di frutta, pesci, banchi per la carne, per il pollame e donne e uomini del popolino ed di ogni censo sociale si aggirano fra i carretti sul cui piano è normalmente esposta la merce per gli acquisti.

I discorsi sono sempre gli stessi, da che mondo è mondo, nell’ambito di un mercato rionale; cambia solo il dialetto …”a sor Tullio, a quanto li fate oggi li broccoli?....eeeh!… così tanto? Ve saluto… vado da n’antra parte, indove costeno de meno!.“ Sono sempre le stesse parole di gente che si frequenta ormai da anni e che hanno preso fra di loro, venditori ed ascquirenti, una certa familiarità quasi confidenziale.

Un bidone intanto lì, in mezzo al camminatoio fra banco e banco, arde con della legna dentro; è inverno e fa un freddo cane e ogni passante freddoloso si ferma un istante e tende le mani verso quel calore provvidenziale e generoso. Ma c’è anche chi approfitta, con le mani stese sul fuoco a scaldarsele, per scambiare due parole, magari convenzionali ma utili per iniziare bene la giornata e per riscaldare il cuore anche con una risata.

Questa è solo una fotografia di un istante di vita di un qualsiasi mercato rionale di ogni città italiana ma a Piazza campo de’ Fiori il panorama non è cambiato a tutt’oggi , e, anzi, già da parecchi secoli la piazza è dedicata al mercato, un mercato che in origine era sulla piazza del Campidoglio finchè nel 1478 venne spostato a piazza Navona.

Questo mercato non ha pace perché, passati pochi anni , Donna Olimpia Maidalchini Pamphili, cognata di Papa Innocenzo X , di cui aveva sposato il fratello molto anziano, riceve in dono dal Pontefice il palazzo Pamphili che era stato costruito proprio li a piazza Navona. Quel mercato disturbava la nobildonna: quel vociare, quelle espressioni popolari, non erano adatte al rango di Donna Olimpia.... basta poco… in un batter d’occhio la potentissima nobildonna fa piazza pulita di polli, galline, pesci, carne frutta, cibarie di ogni tipo e mercanzie di vario genere, per trasferire tutto in un largo spiazzo esistente adibito a prato, poco lontano da piazza Navona, appunto il Campo dei Fiori.

Quella che noi normalmente oggi chiamiamo piazza Campo de’ Fiori, fin dall’antichità era un prato, abbastanza grande, dove venivano coltivati fiori e piante di ogni genere, per divenire, in relazione alle necessità dovute a carestie, guerre o epidemie, un vasto orto per la coltivazione di prodotti alimentari.
Una antica tradizione ricordava che quel prato era in realtà il giardino della villa che Pompeo aveva regalata alla sua amante Flora dal cui nome sarebbe sorto Campus Florae, termine poi divenuto “campo di Flora” e per abitudine alla presenza dei fiori, Campo de ‘ Fiori.

Il mercato dei cavalli e degli animali, poi sopravvenuto, e la compravendita di oggetti di valore di ogni tipo, trasforma quella piazza in un florido centro di affari. Poi, quel campo verde, aperto, da scavi effettuati, si scopre che è la parte centrale dell’antico Teatro di Pompeo con intorno i ruderi delle fondamenta e della costruzione delle gradinate.
Su quei resti vengono costruiti palazzi signorili, alberghi e osterie per ogni ceto sociale,da quelli nobili a quelli più popolari , edifici che vanno ad affiancarsi alle fortificazioni che i signori della nobiltà romana avevano costruito già ai primi anni del 1100 e da allora quello slargo era divenuto un campo per menarsele di santa ragione fra i signorotti locali.

Verso il 1500 la piazza viene lastricata perché era un comodo punto di passaggio per i cortei Papali, per i pellegrini che si recavano a visitare i luoghi sacri, o per gli ambasciatori che si recavano in visita in Vaticano.

Anche famose cortigiane, sia appartenenti alla nobiltà romana , sia della corte pontificia,vengono a risiedere nei palazzi signorili della piazza e nomi conosciuti sono quelli di Vannozza Caethani, l’amante di Alessandro VI Borgia o la Fornarina o Imperia, tutti nomi di grandi favorite, giungono anche a gestire locande e hosterie come fece la stessa Vannozza.

Sorgono così le locande della Luna, della Stalla, dell’Angelo, della Nave, tutt’ora riconoscibili anche se le murature sono state poì modificate dalle ristrutturazioni ma già da allora gli ingressi agli stabili erano indicati con i numeri civici che sono gli stessi di oggi. Ad esempio al n. 11 c’era la locanda della Vacca, della Giovanna Caethani,la Vannozza sopra citata.

Gli scontri fra le classi nobili divengono col tempo, talmente furibondi da tramutarsi in vere battaglie con morti e feriti tanto che le autorità ecclesiastiche come monito, vi pongono il palco per il supplizio della corda . Questa corda veniva tesa non dalla piazza bensì dalla vicina piazza Farnese dove era installata la ruota che girando, faceva tendere la corda e tutt’ora c’è via della Corda, la piccola strada che allora era attraversata longitudinalmente dalla corda stessa al cui capo, in piazza Campo dei Fiori, venivano legate le braccia del condannato e, col girare la ruota, quelle povere braccia venivano strappate letteralmente dal tronco, ledendo i tendini e i muscoli. Una atrocità assurda ma c’era anche di peggio per quei tempi.

Questa piazza è tristemente famosa perché vi venne arso vivo Giordano Bruno, il filosofo che la Chiesa condannò come eretico e purtroppo il supplizio per chi veniva accusato di eresia era il rogo.
Ora al posto del palco del patibolo , e al centro della piazza, c’è un monumento a lui dedicato, costruito nel 1889 . Una volta sullo stesso posto dove era il palco delle torture c’era una fontana con delfini bronzei…. Era composta da una base a forma di tazza ovale e chiusa da un coperchio sul quale era scritto in caratteri latini” Ama Dio e non fallire, fai del bene e lascia dire”- anno 1622-

Quella statua di Giordano Bruno costituisce il simnbolo dell’anticlericalesino, l’immagine a ricordo di quel tempo che ha caratterizzato uno dei periodi più oscuri della Chiesa.

La piazza, di notte, oggi è divenuta un centro di richiamo per giovani , per ubriachi e drogati, dove uomini, donne e spacciatori si scambiano le loro merci sotto lo sguardo severo di Giordano Bruno.Poi, con l’arrivo del mattino, quando è stata fatta piazza pulita dalla Nettezza Urbana di cartacce, siringhe e bottiglie di birra rotte e dopo che potenti getti di idranti hanno eliminato ogni lordura, ecco tornare i simpatici carretti del mercato con i venditori che gridano al vento la buona qualità della loro merce.

5 commenti:

  1. Questa foto è stupenda! BUON ANNO MAX!

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  2. E' uno dei posti di Roma che preferisco e non intendo per le serate ma soprattutto prima che cominci la movida!

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  3. Passa di qui...http://pensierincontrollati.blogspot.com/2011/01/sunshine-award.html

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  4. bellissimo articolo!

    viva la romanità, abbasso li burini che tirano bottijie

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