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lunedì 5 luglio 2010

ER GRANDE SOR BARTOLOMEO PINELLI




Bartolomeo Pinelli, pittore del popolo romano

LUNGA VITA A BACCO E ACCIDENTI A CHI NON BEVE!

Magari pe tutti non è stato il più grande, ma tra i pittori che hanno ritratto Roma è senz'altro il più noto e sensaltro pe i fratelli vignaioli è er mejo . Parliamo di Bartolomeo Pinelli, noto come "er pittore de Trastevere". Pittore, disegnatore, modellatore e incisore romano, nato a Roma il 20 Novembre in via San Gallicano nel 1781, dipinse scene sia classicheggianti che di ambientazione popolare. Fu celebre anche come illustratore della Divina Commedia e dell'Orlando Furioso, ma il suo tema preferito fu la rappresentazione della vita quotidiana del popolo romano e i suoi costumi, destinata ai turisti dell' epoca. La sua produzione può essere ammirata quasi per intero al Museo di Roma in Trastevere, in piazza Sant' Egidio. Era figlio di un "vascellaro" (cioè di un vasaio), modesto scultore, e già da bambino diede prova di talento modellando la creta nella bottega paterna. Studiò all'Accademia di S. Luca e li continua a studiare disegno a Bologna con brillanti risultati. Tornato nell'Urbe, pubblicò già a 18 anni le prime incisioni, aprendo poi uno studio in via Sistina 128. Presto le sue sculture e i suoi disegni divennero ricercati dai collezionisti dell'epoca. Nel 1809 pubblica la prima "Raccolta di costumi pittoreschi"composta da 50 tavole cui seguirono altre raccolte sempre sui costumi di Roma e numerosissime altre opere. Da bravo artista aveva le sue bizzarrie: girovagando per Roma, sempre in compagnia di due grossi cani, faceva scherzi pesanti (o, come si diceva allora, "mattità"), degni di un Marchese del Grillo, e riusciva sempre a farla franca. La sera, quando non sapeva come passare il tempo, si acquattava dietro un balconcino di casa con in mano una lenza provvista di amo, e con questa tirava via le parrucche ai passanti (al principio dell'Ottocento gli uomini portavano ancora la parrucca con il codino). Inutili le imprecazioni delle vittime: dal basso non si vedevano che finestre chiuse. Altro aneddoto che all'epoca fece scalpore: un piano sotto la casa di Pinelli abitava un violinista che provava per ore di seguito. Mastro Bartolomeo, o Mineo come lo chiamavano tutti, non ne poteva più. Bussò allora alla porta del 'musico' e gli intimò di smetterla, ma quello rispose: "Sto a casa mia e faccio er commido mio". Pinelli meditò vendetta. Sgombrò per intero la stanza sopra quella dove il suonatore provava, la riempì di acqua, prese una canna da pesca e quieto si accese la pipa. Sul violinista, sul suo strumento e sui mobili cominciò a piovere acqua a catinelle dal soffitto. L'uomo si precipitò urlando al piano di sopra, ma il pittore lo guardò e rispose senza scomporsi: "Sto a casa mia e vojo pescà quanto me pare". Misteriosa la sepoltura dell'artista romano: si ritiene che le sue spoglie siano state imbalsamate e inumate nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasia in piazza di Trevi vicino alla Fontana, dove erano conservati i precordi dei pontefici. I giovani artisti capitolini fecero una colletta per seppellirlo. Ma nessuna lapide identifica la salma, per cui è probabile che le cose siano andate come altri sostengono: che cioè i resti del pittore siano stati gettati via dopo le esequie, dato che Pinelli era ritenuto un laico impenitente, dunque indegno di giacere - per dirla con Belli - accanto alle "frattaje de li papi". Giudicato abile ma rozzo e scioperato dai suoi contemporanei, quando scomparve il1 Aprile 1835, bruciato anche dal vino come scrive sempre lo stesso Belli in un acido sonetto ("E' crepato pe' un causa d' un bucale" http://ostariadercurato.blog.excite.it/permalink/495365).
Concluse le inutili ricerche, l'Istituto di Studi Romani fece comunque apporre nella chiesa una lapide per ricordare che Bartolomeo Pinelli era stato effettivamente sepolto "in questa chiesa il IV aprile MDCCCXXXV".
Peccato che la sua tomba non è mai stata più ritrovata, o forse era destino, che anche ciò dia più mistero intorno a questo grande personaggio di Roma

8 commenti:

  1. Bello il nuovo blog.
    ciao Enzo

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  2. Perchè L'Hosteria der curato è anche cultura!!
    ^___^

    Eheheh, bravo sor Max!

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  3. Trastevere ci sono stata e la prossima volta che salgo a Roma vado a vedere il museo e vado anche in quella chiesa.
    Sento che tu mi servi tanto curato!! Nozioni di oma wikipedia le so quasi tutte ma di quelle reali e vissute son più belle ^_^

    un abbraccio da 35°
    soffocante ma sincero :)

    ciao MAX

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  4. Wè ma qui è sempre più bello!!!!

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  5. Sono un "Pinelli" e mio figlio porta come secondo nome Bartolomeo. Nella nostra famiglia si è sempre detto di essere suoi discendenti anche perchè, suo figlio Achille è morto a Napoli, città da cui provengo e ciò avvalorerebbe tale tesi di didcendenza. Un saluto al Sor Bartolomeo. e poi fa sempre sensazione passare a Trastevere e guardarlo negliocchi.

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  6. molto utile per ripercorrere e reinterpretare le radici in un progetto da realizzare....a presto . Grazie Rossella (www.facebook.com/rosselladidio

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  7. Bartolomeo Pinelli ! The painter of the good old Roman Saltarello Dance times !

    "We went back to the hall together, a select company. The girls were real Romans in stature and stature, with the sublime ancient, still republican facial features, which looked down on foreign princes as if they were barbarians. Like the old ones, they would have reported to the high senate that they no longer wanted to give birth if they did not lift the prohibition against a certain amount of merriment on their part.
    Couple and couple were in familiar contact with each other; the charming creatures allowed themselves to be used as models by their lovers and revealed their beauties to their art. They made music for themselves and danced loud national dances, where there is little drawn, stretched, French step, but always new leaps of joy. I had the table served and poured out and was seized by the whirlpool myself.
    After midnight it went out into a real bacchanalia; the heated life no longer remained within the usual limits, and each raged according to his feelings and his emotions. Demetri hailed his idea of ​​a spartan dance, and it was performed with cheers. But beforehand the solemn contract was made not to start anything shameful and to keep passions in check until the long goal, like Olympic champions, as befits good artists.

    The maidens, who, ardent in every vein, did not resist very much, were first undressed down to their shirts, and these were slit open on both sides up to the hips; and the hair was unbraided. Demetri played the hand drum and I played the cithar.

    They floated in circles, expressing their feelings individually, and each revealed its charms in the sweetest movements, until pair and pair caught and lifted each other again and tossed about like spheres. It was certainly a feast of the gods to see so much manifold beauty raging and tumbling about, and I have never enjoyed a perfect female spectacle in my life.

    Afterwards, from the nearby Villa Sacchetti, ivy was brought for wreaths and leafy vine tendrils with grapes for thyrsus, and every youth threw off all his clothes. It went deeper and deeper into life, and the festival became more sacred; eyes shone with tears of joy, lips trembled, hearts swelled with delight..."

    (Wilhelm Heinse: Ardinghello und die glückseeligen Inseln. Eine Italiänische Geschichte aus dem sechszehnten Jahrhundert. Meyer, Lemgo 1787)

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