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giovedì 5 agosto 2010

La notte di San Giovanni a Roma (Der Sor Maurizio)


(S. Giovanni Incisione del Piranesi)

Cari Vignaioli e non il Sor Maurizio ha scritto questo interessante documento su una tradizione romana che che pubblico volentieri:

La notte di San Giovanni a Roma (Der Sor Maurizio)

Le antiche tradizioni prima o poi finiscono di essere dimenticate : troppo intenso è il modo di vivere attuale che non si ha più il tempo di riviverle né di parteciparvi e prima o poi si perderanno nell’oblio. Anche a Roma molte usanze sono state dimenticate e ben poche ne sopravvivono. Una di queste ricorrenze che ancora si ricordano è quella che riguarda la cacciata degli spiriti maligni dalle campagne, festa che oggi ha perso il vero significato di una volta ed è divenuta una scusa per invadere con bancarelle di ogni tipo tutto il quartiere di San Giovanni.

Alla popolazione del quartiere resta solo il richiamo della tradizione e il chiasso fragoroso della nottata mentre sono tanti coloro che si chiedono il perché di questa festa.

In realtà la Chiesa ha voluto onorare il nome di San Giovanni nel giorno esatto di una ricorrenza pagana.

E’una tradizione antica che si rinnova e risale dal tempo della Roma arcaica, agraria e pastorale: il 24 giugno era allora la festa della mietitura, la data del solstizio estivo e giorno dedicato alla dea Cerere .
Roma era piccola a quel tempo e la notte del 23 giugno la popolazione romana si riuniva nella zona che diverrà poi del Laterano, con grandi schiamazzi e fracasso per scacciare gli spiriti maligni, le Arpie e i demoni infernali perché non danneggiassero le colture ormai pronte per il raccolto.

Nel medioevo invece la popolazione accorreva davanti alla basilica di San Giovanni, intonando canzoni allegoriche, boccaccesche e tutt’altro che sacre mentre una miriade di torce illuminava la zona, fra il frastuono generale,. con l’identica intenzione di scacciare i demoni infernali del tempo: le streghe.

Alle porte delle case venivano appesi ferri di cavallo con le punte in giù come amuleti per trattenere la fortuna e, fuori della porta di casa, si poneva una ciotola di acqua benedetta, un vaso pieno di sale e una scopa. Per poter entrare di forza nella casa le streghe dovevano contare prima i granelli di sale e gli zeppi della scopa in modo che contando ,contando, sarebbe poi sopraggiunta la luce del giorno e le streghe sarebbero state costrette a tornare nei loro luoghi infernali senza poter entrare nelle case.
Nessun romano, anche adesso, resta in casa quella notte perchè come allora viene festeggiata anche la festa della Concordia, una ricorrenza in cui ogni litigio in famiglia doveva essere dimenticato e, per questo, la popolazione si riunisce in banchetti sui prati o nelle osterie con parenti e amici di famiglia, per una cena in “santa pace” e il piatto tradizionale è tuttora, le lumache: Perché ? Le lumache hanno le corna che sono un simbolo nefasto per la pace familiare per cui occorre seppellire le chiocciole nello stomaco, ben innaffiate col vino dei Castelli .

Sulla tarda serata poi c’era la sfilata dei carri allegorici e infine a mezzanotte i fuochi pirotecnici, che con i loro effetti colorati e rumorosi, devono scacciare gli ultimi spiriti maligni definitivamente da tutta la città.

Il giorno d’oggi, la festa nel quartiere San Giovanni è ancora molto seguita e sentita ed è sempre nel cuore degli abitanti ma inevitabilmente si sta trasformando, come sta accadendo alla festa de noantri che si tiene in Trastevere, in una esposizione di mercanzia dozzinale che ne falsifica il significato.

1 commento:

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